L’evoluzione della psicopatologia e i cambiamenti sociali in atto determinano profonde modificazioni della prassi nei SPDC italiani. Sempre più spesso i SPDC si collocano sul confine tra dimensioni diverse e rappresentano oggi il luogo dell’accoglienza e della cura per bisogni molto diversi.
È necessario quindi sviluppare nuove competenze, senza arroccarsi nella difesa di un ambito strettamente psichiatrico che si è dissolto sotto l’impatto delle nuove sostanze psicostimolanti e dei disturbi esternalizzanti legati ai disturbi del neurosviluppo o alle esperienze traumatiche precoci, come nei migranti o negli adottati, ma ricercando sinergie e collaborazioni con settori sanitari, sociali e della giustizia.
I temi del Congresso, quindi, sono espressione di questa trasformazione e sollecitano allo sviluppo di capacità nuove e di nuove strategie, a cominciare dal progettare i luoghi, gli spazi, l’organizzazione dei nuovi SPDC in funzione dei nuovi bisogni, per proseguire con il rapporto con l’Autorità giudiziaria per i pazienti autori di reato e per i detenuti, le strategie di trattamento integrato nei minori, gli interventi farmacologici nelle psicosi sintetiche e nella depressione resistente, la gestione multidisciplinare dell’agitazione psicomotoria e dei disturbi esternalizzanti, le consulenze in ospedale per i comportamenti a rischio in altre patologie.