Ad oltre un anno dal dilagare apparentemente incontrollato dell’epidemia da COVID-19, appare ormai riduttivo parlare di sola pandemia. Le dimensioni assunte dalla diffusione dell’infezione virale, le sollecitazioni che questa ha comportato per i sistemi sanitari nazionali, i pesanti cambiamenti di stili di vita imposti alle popolazioni colpite dal virus si sono ripercossi su tutto il “sistema salute”, facendo registrare un significativo incremento di tutte le principali patologie, quali le malattie cardiovascolari, oncologiche e soprattutto psichiatriche, creando quindi un’emergenza che da sanitaria è divenuta anche sociale e socioeconomica.
Appare quindi corretto utilizzare il termine indicato, per prima dalla rivista Lancet, di Sindemia, intendendo con essa quel fenomeno per cui l’aggregazione di due o più epidemie concomitanti o sequenziali in una popolazione aggrava la prognosi e l’incidenza delle stesse, generando problemi di salute ma anche ambientali sociali ed economici.
Tutto il periodo della pandemia è stato caratterizzato da alti livelli di stress determinato dalle preoccupazioni economiche e legato alla paura della malattia per sé e per i propri cari, ai lutti non elaborati, al cambiamento radicale degli stili di vita, che ha registrato fra l’altro un aumento dell’uso di sostanze. Abbiamo quindi assistito progressivamente al costituirsi di quella che può essere definita una sorta di “tempesta perfetta” per l’incremento di ansia e depressione, ma anche di tutti gli altri disturbi psichici, determinando un aumento di agiti autolesivi e di suicidi.
In questo drammatico contesto tutta la rete dei servizi psichiatrici si è trovata costretta a mettere in atto procedure di prevenzione nei confronti del diffondersi dell’infezione, che hanno comportato spesso la necessità di “reinventarsi” una modalità di lavoro radicalmente diversa da quella consueta e, contemporaneamente, a fronteggiare una “richiesta” che aumentava in una situazione ben nota a tutti di cronica carenza di risorse.
Il Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura, luogo deputato alla cura dell’acuzie ma anche branca ospedaliera della psichiatria, ha mostrato spesso in questo frangente l’inadeguatezza di un
modello strutturale e organizzativo istituito su bisogni ormai molto lontani nel tempo e non più corrispondenti alle nuove esigenze legate, a prescindere dalla sindemia in corso, ai profondi cambiamenti della società e dell’espressione psicopatologica con particolare attenzione alla gestione dei comportamenti a rischio.
Gli SPDC hanno visto cambiare la propria utenza registrando un incremento di quadri psicopatologici, spesso caratterizzati da disturbi della condotta, con agiti anche di tipo auto ed etero aggressivo. Disturbi di personalità, comorbidità con l’uso di sostanze, disturbi del neurosviluppo, disturbi del comportamento alimentare, coesistono accanto all’utenza “più tradizionale”, a cui si aggiungono gli esordi sempre più frequenti in età adolescenziale, con minori che vengono ad essere ricoverati nei reparti di psichiatria e pazienti psichiatrici autori di reato, che “sostano” a volte anche per mesi in SPDC in attesa di REMs o comunità. La trasformazione dell’utenza e la sollecitazione ad un cambiamento organizzativo e a nuove conoscenze scientifiche saranno gli argomenti di riflessione e di approfondimento del Congresso. Momento di riflessione e confronto su quanto è stato fatto per fronteggiare l’emergenza Covid, ma anche momento di riflessione e confronto teso a sviluppare nuove capacità e nuove strategie in grado di fronteggiare le attuali e future sfide cliniche e organizzative.
L’evento si svilupperà su tre giornate: le mattine, in sessione plenaria, saranno dedicate all’approfondimento scientifico delle tematiche di carattere generale; i pomeriggi, articolati in simposi paralleli, consentiranno un confronto e un approfondimento degli argomenti trattati durante le mattine mediante la condivisione di saperi e pratiche cliniche tra tutti gli operatori degli SPDC.
TOPICS
• La gestione in SPDC dei disturbi esternalizzanti
• Il rapporto con l’Autorità giudiziaria per i pazienti autori di reato
• Le strategie farmacologiche nelle psicosi sintetiche
• Suicidio e rischio suicidario in tempo di Covid
• Il trattamento farmacologico in SPDC della depressione resistente
• Il trattamento farmacologico in SPDC delle psicosi resistenti: personalizzazione e individualizzazione della diagnosi
• Progettare i nuovi SPDC in funzione dei nuovi bisogni
• L’organizzazione degli SPDC al tempo del Covid: gli spazi, le procedure e le problematiche
• La gestione multidisciplinare dell’agitazione psicomotoria: verso un protocollo nazionale PS-SPDC
• Il SPDC allargato: le consulenze in ospedale per i comportamenti a rischio in altre patologie
• La gestione in acuto dei minori al tempo del Covid
• SPDC e carcere
• L’appropriatezza del ricovero e la gestione in SPDC delle patologie di confine: depressioni involutive, scompensi psicotici nei disturbi dello spettro autistico e nei pazienti in trattamento con interferone e cortisonici, alterazioni comportamentali gravi nei traumi cranici
• La continuità del trattamento farmacologico nel paziente schizofrenico tra SPDC e territorio
• Le conseguenze del Covid in SPDC
• L’acuzie psichiatrica in tempo di pandemia
• Quali scelte in SPDC per ottimizzare la gestione del paziente Covid