Congresso “Cervello sociale. Traiettorie evolutive e patologia” Bormio, 11 – 14 aprile 2024

CERVELLO SOCIALE. 

Traiettorie evolutive e patologia.

BORMIO, 11 – 14 APRILE 2024

Sede

Hotel Palace

Via Milano 54

23032 Bormio (SO)

Tel 0342 903131

Presidenti del Congresso

Emi Bondi

Claudio Mencacci

Segreteria Scientifica

Emi Bondi

Annabella Di Giorgio

Tel. 035/2673818

Carlo Fraticelli

Segreteria Organizzativa

MONTE REIT Srl 

Via Stelvio, 44

23017 MORBEGNO SO

tel. 0342/614625 fax 0342/615162

e-mail: info@montereit.it

Provider ECM

Lopez Eventi e Congressi 

Id n. 406

Il cervello sociale è una delle nostre principali risorse per vincere le sfide poste dall’ambiente e trova le sue basi nelle capacità relazionali proprie dell’essere umano, secondo una prospettiva evoluzionistica dello studio della mente, della natura umana e delle interazioni sociali. Per comprendere come funzioniamo dobbiamo capire in che modo il nostro cervello esiste in relazione con quello degli altri, cioè capirne la funzione di organo sociale. Neuroni specchio, teoria della mente, basi anatomo-strutturali della cognizione sociale rappresentano pilastri di riferimento teorico e di indagine nell’ambito delle neuroscienze, e concorrono ad aprire la strada alla comprensione della umana potenzialità all’empatia, il che significa alla immedesimazione e alla comprensione dell’altro. 

Lo studio del “cervello sociale” secondo un approccio multidisciplinare è relativamente recente; è solo negli ultimi decenni infatti che, grazie a tecniche di indagine sempre più sofisticate e specifici paradigmi teorici, i ricercatori hanno potuto esplorare le basi neurali dei complessi processi cognitivi ed emotivi che sottendono le interazioni degli individui nei gruppi umani. Raffinate tecniche di neuroimaging sull’uomo in vivo consentono di documentare l’interazione continua tra eventi e comunicazione ambientali da una parte e plasticità cerebrale dall’altra, in un ‘dialogo’ continuo dagli esiti di salute diversi a partire da situazioni di distress o viceversa di crescita più armoniosa.

Il cervello si sviluppa nel contesto delle relazioni; le persone intorno a noi svolgono un ruolo rilevante nel regolare il nostro comportamento emotivo e sociale. Capire come questo accada nella ‘normalità’ della vita e delle relazioni contribuisce a dare risposte fondamentali a quel che la clinica propone: quali gli effetti dell’isolamento, dello stress e del trauma sul cervello sociale? Come ci cambiano e ci modificano l’architettura e il funzionamento del nostro cervello? E ancora, quali i processi attraverso cui le relazioni possono sia favorire la comparsa e lo sviluppo delle patologie psichiatriche sia invece sostenerne la cura?

Il Congresso discuterà delle traiettorie evolutive adattative della cognizione sociale e delle possibili disfunzionalità patologiche in un’ottica multidisciplinare e multidimensionale, secondo diversi livelli di approccio e di area di indagine. Una prospettiva di grande opportunità per ridurre i fattori di rischio, potenziare modalità e stili di vita protettivi, favorire la comprensione di meccanismi eziopatogenetici alla base di patologiche psichiatriche; ma anche sostenere lo sviluppo e l’implementazione degli interventi terapeutici, abilitativi e riabilitativi per condizioni cliniche delle diverse età della vita, gravate da deficit della comunicazione e dell’interazione, della reciprocità socio-emotiva, dei comportamenti comunicativi verbali e non verbali.

Viene proposta un’attenzione particolare al tema della violenza nei diversi ambiti della vita sociale, in considerazione della possibilità di nuove prospettive e della capacità di lettura e di intervento fornite dalla dinamicità bidirezionale esistente tra mondo sociale e cervello. Interna a questa circolarità, una ricerca sempre più puntuale e multidimensionale documenta come l’esposizione al neglect e all’abuso in età dello sviluppo (ma già in fase intrauterina) e dinamiche di violenza domestica e di coppia producano ricadute negative sul benessere individuale e societario e siano precursori della trasmissione intergenerazionale di pattern comportamentali sfavorevoli. Tutto ciò definisce e accresce nei ricercatori e nei clinici la consapevolezza di una relazione problematica con la salute mentale complessa e bilaterale che aumenta la probabilità delle vittime di sviluppare una serie di patologie psichiatriche (ansia, depressione, disturbo da uso di sostanze, disturbo da stress post-traumatico, disturbi di personalità, psicosi), ideazione suicidaria, autolesionismo e tentativo di suicidio. Un tema di salute pubblica che richiama i professionisti e i servizi di salute mentale di tutte le fasce di età a garantire prevenzione ed assistenza per popolazioni a rischio.

PROGRAMMA